Sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia.
L'abbandono è la peggiore crudeltà che si possa fare ad un cane, perché tra cane e padrone c'è un tacito, atavico accordo di mutua fedeltà.
Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: l'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde.
La mia noia potrebbe essere definita una malattia degli oggetti, consistente in un avvizzimento o perdita di vitalità quasi repentina; come a vedere in pochi secondi, per trasformazioni successive e rapidissime, un fiore passare dal boccio all'appassimento e alla polvere.
Le cose nella vita muoiono da sé, come sono nate, per noia, per indifferenza o anche per abitudine.
Le donne sono come i camaleonti, che dove si posano prendono il colore.
Le cose non cambiano, siamo noi che cambiamo.
Nulla finisce. Cambia soltanto.
Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Tutti pensano a cambiare l'umanità, ma nessuno pensa a cambiare sé stesso.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: 'Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?'. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
Il mezzo per non cambiare è non pensare.
Ci lamentiamo copiosamente, ma diventiamo vigliacchi quando si tratta di assumere dei provvedimenti. Vogliamo che tutto cambi, ma ci rifiutiamo di cambiare noi stessi.
Nessuno ti cambia facendoti diventare una cosa che non sei, ti cambia portando alla luce una parte di te che non conoscevi ma che ti appartiene. Si cambia diventando una persona che si è già.
Ti sembra che una persona cambi da un momento all'altro, ma è solo che le hai sovrapposto un'immagine per farla corrispondere a come la vorresti.
Più cambia, più è la stessa storia.