In fondo non c'è idea cui non si finisca per fare l'abitudine.
Non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere: tutto comincia dall'indifferenza perspicace.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
Nel bel mezzo dell'inverno, ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate.
L'abitudine alla disperazione è peggiore della disperazione stessa.
C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia.
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.
Le idee, se sono allo stato puro, sono un meraviglioso casino: apparizioni provvisorie di infinito.
Se hai un'idea rispettala, non perché è un'idea, ma perché è tua.
Ho un mucchio di idee brillanti e nuove, ma quelle brillanti non sono nuove e le nuove non sono brillanti.
Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.
Le idee sono vere quando si trasformano in azioni.
Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.
Non c'è idea che non porti in sé la sua possibile confutazione.
Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza.