125 frasi, citazioni, aforismi
"Date a Cesare quel che è di Cesare". "Date a Dio quel che è di Dio". Non ci resterebbe niente. Proviamo a non dare niente a nessuno dei due.
Alla pena di morte si può sostituire come cerimonia compensatrice finalmente incruenta la maledizione pubblica.
La misoginia è figlia del mistero. Al contrario, la misantropia è figlia della conoscenza: più si conoscono gli uomini, più si è misantropi. Ma il buon misantropo non fa distinzione di sesso: l'uomo, nelle due versioni proposte dal Creatore, non gli piace.
A misura che avanziamo nel tragico, il senso del tragico diminuisce.
Per quanto nobile possa essere una ricerca di medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre una figlia della maledizione.
L'uomo è un'anima che trascina un cadavere. Noi deploriamo come morte il suo stancarsi, alla fine, di fare da spazzino.
L'utero, come la ruota, è un'invenzione molto semplice e non povera di conseguenze.
Non bisogna avere che relazioni superficiali con chi respinge agli e cipolle, perché si tratta di caratteri incapaci di profondità.
La biancheria nera, erotismo per i poveri.
La Terra non rimpiangerà l'uomo, né l'Uomo la terra. Una coppia troppo litigiosa, che con le sue urla disturbava gli astri vicini.
La civiltà ci ha sottratti alle spade, per farci meglio sentire la paura dei chirurghi.
La collera, nel civilizzato, rientra quasi sempre. Non viene espulsa, lo attossica. Siamo tutti botteghe chiuse di collere rientrate; le botteghe chiuse sono uno spettacolo triste.
La cosa peggiore degli alberghi è la mollezza dei letti. Le reti sono flaccide come trippa, la colonna vertebrale ne esce arcuata.
Meglio chi mangia carne seicento volte l'anno di chi la mangia, tanto per consentire, una volta la settimana: nel carnivorismo cieco, totale, tigresco, c'è una specie di innocenza, è materia che divora se stessa; in quello sporadico c'è l'uomo e la sua colpa.
La scienza fa che i cuori battano più a lungo ma li ha avviliti. Paghiamola, senza ringraziarla.
La relazione midollare tra industria e cancro è forse qui, nella inesorabile rapina di ossigeno fatta dalla fabbrica a danno di chi ci lavora o abita vicino.
La morte come liberatrice dall'informazione.
Le foglie stanno volando via dal mondo e sopra c'erano dei messaggi e degli enigmi che non abbiamo decifrato. Anche le mani: lette poco, troppo poco; anche le rughe, i lobi... Non abbiamo letto che dei libri.
La maggior parte delle mie paure, circa ai mali fisici, riguarda i medici e le loro cure, non la malattia.
La foresta quasi morta, dove spariscono i begli animali e gli uccelli, si popola sempre più di vipere. L'ultimo impressionante emblema della vita fuori dell'uomo è un moltiplicarsi di denti che stringono veleno.