La morte come liberatrice dall'informazione.
Un vero albergatore considererà tutti i suoi clienti, anche i più loschi, una volta che li avrà accolti nelle sue camere, come figli in tenera età, convalescenti di un taglio d'appendicite o di altro coltello, e ne proteggerà il riposo con materno, infinito amore.
L'ottimismo è come l'ossido di carbonio: uccide lasciando sui cadaveri un'impronta di rosa.
Un fine autentico può fare a meno di speranze e anche di ogni probabilità di essere raggiunto.
La scelta profonda dell'uomo sarà sempre per un inferno appassionato, piuttosto che per un paradiso inerte.
Evacuando si può pensare alla vita e alla morte, mangiando si può pensare a tutto, ma molto male, nel coito non si può e non si deve pensare a nient'altro. È svuotamento mistico. Ma per tutti.
L'informazione è cresciuta più velocemente della cultura. In questo senso la propaganda ha più chance di prima.
L'informazione è costantemente usata per provocare attenzione, brividi ed eccitazione: il risultato è una situazione emotiva generale che provoca una montante esigenza di catarsi.
Le informazioni riservate sono, in pratica, la fonte di ogni grande fortuna moderna.
Nei circuiti dell'informazione, perfino una manifestazione di pacifisti o il tifo di una nazione per un avvenimento sportivo agiscono come incitamento alla febbre della guerra.
Le informazioni di prima mano sono sempre le migliori.