42 frasi, citazioni, aforismi
Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te, ma il tuo poeta muore e l'alba non vedrà, e dove corre il tempo chi lo sa?
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità.
Con la coerenza potrai difenderle dalla vergogna, dare ragione a uno sbaglio, strapparti di dosso il guinzaglio.
La canzone è una penna e un foglio così fragili fra queste dita, è quel che non è, è l'erba voglio ma può esser complessa come la vita.
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa e c'è il sospetto che sia triviale l'affanno e l'ansimo dopo una corsa, l'ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita, il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa che chiami... vita.
Qui sul mio onore smetterei di giocar con le parole ma è un vizio antico e poi quando ci vuole per la battuta mi farei spellare.
Del resto del mondo non sai più una sega, Venezia è la gente che se ne frega.
Odio il gusto del retorico, il miracolo economico / il valore permanente e duraturo.
Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore, ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.
Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto rimorso per quel che m'hai dato che è quasi ricordo, in odor di passato.
E andare come spinto dal destino verso una guerra, verso l'avventura e tornare contro ogni vaticino contro gli Dei e contro la paura.
Sarà forse un'assurda battaglia, ma ignorare non puoi che l'Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Il potere è l'immondizia della storia degli umani.
In fondo sol due cose hanno importanza, e sono il conto in banca e l'eleganza.
E catene di monti coperte di nevi / saranno confine a foreste di abeti.
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta, qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore, e insegue una maturità, si è sposato fa' carriera ed è una morte un po' peggiore.
L'America era allora per me provincia dolce, mondo di pance, perduto paradiso, malinconia sottile, nevrosi lenta.
E un' altra volta è notte e suono, non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo e voglio in questo modo dire "sono" o forse perché è un modo pure questo per non andare a letto o forse perché ancora c'è da bere e mi riempio il bicchiere.
Mangiabili in verno o d'estate e fino all'autunno inoltrato, ma allora c'ha il nome cambiato e si chiamano marrons glacés.
Se penso a un giorno o a un momento ritrovo soltanto malinconia. È tutto un incubo scuro, un periodo di buio gettato via.