Venezia, la figlia primogenita della libertà.
C'è stata un'altra gara e altre palme di vittoria. Grazie al cuore umano che dà vita, grazie alle sue tenerezze, alle sue gioie, e paure, il più umile fiore mi può dare pensieri a volte troppo sommersi per il pianto.
Gli dei approvano la profondità, e non il tumulto, dell'anima.
Vivere con semplicità e pensare con grandezza.
Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.
Venezia ha alimentato il mio entusiasmo giovanile per l'Arte, infondendomi l'ardente desiderio di approfondire sempre di più lo studio della pittura.
La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrante della città dell'ozio, dell'amore e della musica.
Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.
Ho scritto e penso tuttora che l'Italia non sia mai nata perché Po non era un fiume, altrimenti Venezia l'avrebbe risalito più in forze ‐ dico con navi idonee ‐ e avrebbe sottratto la Padania alle ricorrenti follie papaline e alemanne del Sacro Romano Impero.
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità.
Del resto del mondo non sai più una sega, Venezia è la gente che se ne frega.
Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell'Adriatico.
In nessun'altra città come a Venezia, ho trovato una tale unità della vita odierna con la vita che ci parla dalle opere d'arte della sua età aurea e nella quale sole e mare sono più essenziali di tutta la storia.
Venezia è come mangiare tutta in una volta una scatola di cioccolatini al liquore.