Genio, in verità, è poco più che la facoltà di percepire in un modo inconsueto.
Un atto non ha assolutamente nessuna qualità etica quando non sia scelto fra un certo numero di atti ugualmente possibili.
L'uomo, considerato da un punto di vista biologico, è il più formidabile degli animali da preda, il solo che divori sistematicamente la propria specie.
La flaccidità morale nata dal malvagio dio successo. Che - con lo squallido significato di denaro messo nella parola successo - è il nostro male nazionale.
Nella profondità dei nostri cuori esiste un angolino nel quale il mistero ultimo delle cose lavora molto tristemente.
L'uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa.
Il genio è una salute, uno stile superiore, un buon umore, ma al culmine di una lacerazione.
Gli uomini con talento trovano delle soluzioni, i geni scoprono dei problemi.
Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.
Il miglioramento crea strade rettilinee; ma le strade tortuose senza miglioramento sono strade di genio.
Il gusto di un popolo non precede mai il genio, ma di continuo gli zoppica dietro.
Per la vita comune, pratica, in quanto adeguata alle energie spirituali normali, il genio è una dote scomoda e, come ogni anormalità, un ostacolo.
Funzione propria del genio è fornire idee ai cretini vent'anni dopo.
Un uomo di genio è insopportabile, se non ha almeno altre due qualità: la gratitudine e la purezza.
Il primo dovere di un genio è dimostrarlo.
Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.