La gloria costruita su princìpi egoistici è vergogna e colpa.
Dio si muove in modo misterioso, per compiere i suoi prodigi, nel mare egli calca le sue impronte, e cavalca la tempesta.
Anche il dolore è una medicina.
Sospendere il giudizio serve soltanto a dichiarare che la verità sta da qualche parte, se solo sapessimo dove.
La guerra è un gioco, che i re, se i loro sudditi fossero saggi, non giocherebbero mai.
La gloria d'aver fondato la religione dell'umanità spetta alla comunità semitica.
Finché l'umanità continuerà a concedere gli applausi più spontanei ai suoi distruttori invece che ai suoi benefattori, la sete di gloria militare sarà sempre il vizio dei personaggi più esaltati.
Passa la gloria del mondo, senza gloria, senza mondo, senza un miserabile panino alla mortadella.
La gloria disdegnata ritorna talvolta, a tempo debito, accresciuta.
La gloria la si deve acquistare, l'onore invece è sufficiente non perderlo.
Ci sono sconfitte più gloriose che vittorie.
Nella disgrazia bisogna rispettare coloro che si sono rispettati nella grandezza.
Ricorda che se le opportunità per grandi propositi non dovessero mai arrivare, le opportunità per dei buoni propositi si rinnovano di giorno in giorno. La cosa che dobbiamo desiderare è la bontà, non la gloria.
La gloria del mondo è transitoria. E non è certo la gloria a fornirci la misura della nostra vita, ma piuttosto la scelta di seguire la nostra leggenda personale, di credere nelle nostre utopie e di lottare per esse.
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?