Nella tomba non c'è posto per la gloria.
L'amore è la moneta più preziosa che hai a disposizione, usala nel mercato in cui sei sicuro di non essere ingannato.
Alcune viti crescono nel terreno sbagliato, altre si ammalano prima della vendemmia e altre ancora sono rovinate da un cattivo viticoltore. Non tutta l'uva fa il vino buono.
Bisognava sempre guardare avanti e lasciarsi i rimpianti alle spalle.
La gente se ne infischia della lealtà e della correttezza. Conta soltanto aver successo e farla franca.
La gloria è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.
La gloria suprema è senza gloria.
Rendere gloriosa la sconfitta è lo stesso che trionfare.
Meglio varrebbe non aver vissuto che vivere senza gloria.
Chi sta sulla punta dei piedi non si tiene ritto, chi sta a gambe larghe non cammina, chi da sé vede non è illuminato, chi da sé s'approva non splende, chi da sé si gloria non ha merito, chi da sé s'esalta non dura a lungo.
La gloria improvvisa è la passione che causa quelle smorfie chiamate risate.
Poiché l'uomo è ragionevole deve bere; stato divino dell'esistenza è l'ebbrezza, nella gloria, nell'uva, nell'amore e nell'oro affonda la speranza di uomini e nazioni.
Tutte le glorie defunte di questo mondo non valgono, dicono, un cane in vita...
Quant'è glorioso, ma quanto è insieme doloroso, essere eccezionali in questo mondo.
Nell'universale miseria della condizione umana, e nell'infinita vanità di ogni suo diletto e vantaggio, la gloria è giudicata dalla miglior parte degli uomini il maggior bene che sia concesso ai mortali, e il più degno oggetto che questi possano proporre alle cure e alle azioni loro.