Non vivo per me, ma per la generazione che verrà.
Cos'è disegnare? Come ci si arriva? È l'atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può.
Così il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per mio piacere.
Mi colpisce sempre, ed è molto curioso, che, ogni volta che vediamo l'immagine dell'indescrivibile e impronunciabile desolazione della solitudine, della povertà e della miseria, l'ultima ed estrema delle cose che ci viene in mente è il pensiero di Dio.
Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca. Nel caso dovessi sopravvivere ci riproverò.
Io sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.
La gente è costretta a vivere in luoghi dove non ha più il minimo controllo su quello che mangia e quello che si mette addosso, sullo spazio che occupa. Tutti sono in prestito tutto il tempo, devono comprare quello che gli serve e non gli basta mai, gli sembra di avere sempre bisogno di altro.
Viviamo come sogniamo, soli.
L'uomo impara sempre a vivere quando è troppo tardi.
Davanti a uno che muore, la parola vivere suona oscena.
Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida.
Quando arriverà il tempo in cui avremo vissuto tanto a lungo da superare le illusioni della giovinezza, ci accorgeremo che il nostro mondo è fatto di tante piccole foglie, simbolo dei nostri ricordi.
Chi vive troppo tempo in un luogo perfetto finisce per annoiarsi.
Vivere è far vivere l'assurdo.
Chi vive sempre nel calore e nella pienezza del cuore e per così dire nell'aria estiva dell'anima, non può immaginarsi il misterioso rapimento che afferra le nature più invernali, che vengono eccezionalmente toccate dai raggi dell'amore e dal tiepido soffio di un solatio giorno di febbraio.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.