Non sono avventuriero per scelta, ma per destino.
Quando ci si dice "io non sono pittore" è allora che bisogna dipingere.
Non vivo per me, ma per la generazione che verrà.
Sono sempre più convinto che non bisogna giudicare Dio da questo mondo, perché è soltanto un abbozzo che gli è riuscito male.
Se senti una voce dentro di te che dice 'non puoi dipingere', allora a tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere.
Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatto.
Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto. Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso. Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare, ho capito che ero libero di scegliere il mio destino.
I destini dell'uomo sono come fiumi, alcuni scorrono veloci, senza incertezza, lungo facili percorsi. Altri passano attraverso mille difficoltà ma arrivano ugualmente al mare. La meta finale è per tutti la stessa.
Il destino, quando apre una porta, ne chiude un'altra. Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro.
Alcune strade portano piu' ad un destino che a una destinazione.
Tessiamo noi stessi il nostro destino, buono o cattivo, e il lavoro fatto non si può più disfare: nulla di ciò che facciamo viene mai cancellato.
Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Il destino fa fuoco con la legna che c'è.
Un carattere nobile non si indurrà facilmente a lamentarsi del suo destino; piuttosto varrà di lui ciò che Amleto esalta in Orazio: "Giacché tu, mentre tutto dovevi soffrire, sei stato come uno cui non capitasse nulla".
Non c'è destino che non si vinca con il disprezzo.
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Il problema è realizzare il suo proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé.