L'indietreggiare nel senso inverso dei nostri vizi, ci conduce ai vizi opposti.
Zero, non volendo andar nudo, s'è vestito di vanità.
Un ipocrita è un paziente nella doppia accezione del termine. Calcola un trionfo e sopporta un supplizio.
Talvolta "amico" è parola priva di senso, "nemico" mai.
I pertinaci sono i sublimi. Chi è soltanto audace non ha che un impulso; chi è soltanto valoroso non ha che un temperamento; chi è soltanto coraggioso non ha che una virtù; l'ostinato nel vero ha la grandezza.
La vita è una frase interrotta.
La città è afflitta da due vizi tra loro opposti, l'avarizia e il lusso, rovinosi malanni che hanno fatto crollare tutti i grandi imperi.
Pochi vizi impediscono ad un uomo di avere tanti amici quanto l'avere troppe virtù.
È noto che il vizio paga omaggio alla virtù; cosa che noi definiamo ipocrisia.
Assieme alla lussuria, la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles.
Non si è viziosi che per il vizio, non si è virtuosi che per la virtù; così non si è frugali che per riguardo alla propria prodigalità.
Il vizio esisterà finché esisteranno gli uomini.
Questa profonda avversione che il vizio dovrebbe ispirare alle anime virtuose.
O d'ogni vizio fetida sentina, dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa ch'ora di questa gente, ora di quella che già serva ti fu, sei fatta ancella?
Chiamiamo vizi quei divertimenti che non osiamo provare.
Le colpe sanno molte cose, ma il vizio ne sa una grande.