Chi dona ai poveri, presta a Dio.
L'orrore della legge fa la maestà del giudice.
Le braccia di una madre sono fatte di tenerezza e i bambini vi dormono profondamente.
Non è possibile ammirare un capolavoro senza provare nello stesso tempo una certa stima di sé.
Siate come l'uccello posato per un attimo su rami troppo fragili, che sente la fronda piegarsi e canta, tuttavia, sapendo di avere le ali.
Regola: Non estirpate i vizi, se volete avere delle belle dame. Altrimenti somiglierete a quegli imbecilli che distruggono i bruchi pur andando pazzi per le farfalle.
Il pericolo di colui che sempre dona è di perdere il pudore; chi sempre distribuisce, la sua mano e il suo cuore si incalliscono a forza di donare.
La bellezza di un dono diminuisce, quando colui che lo fa non gli attribuisce importanza.
Bisogna essere poveri per apprezzare la gioia di donare.
È da tutti ed è facile adirarsi, e donare denaro e far spese: ma farlo con chi si deve, nella misura giusta, al momento opportuno, con lo scopo e nel modo convenienti, non è più da tutti né facile. Ed è per questo che il farlo bene è cosa rara, degna di lode e bella.
La decadenza del dono si esprime nella penosa invenzione degli articoli da regalo, che presuppongono già che non si sappia che cosa regalare, perché, in realtà, non si ha nessuna voglia di farlo.
Non esiste un uomo tanto povero da non poter donare qualcosa agli altri.
Ciò che non si può vendere si deve donare.
Gli uomini disapprendono l'arte del dono. C'è qualcosa di assurdo e di incredibile nella violazione del principio di scambio; spesso anche i bambini squadrano diffidenti il donatore, come se il regalo non fosse che un trucco per vendere loro spazzole o sapone.
Spesso un piccolo dono produce grandi effetti.