Continuo a considerarmi un attore di teatro.
1. Se il tempo è estremamente brutto, ci sarà poca gente in sala.2. Se il tempo è estremamente bello, ci sarà poca gente in sala.3. Se tutti i riflettori si sono rotti, ci sarà un pienone.
Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l'attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l'autore, il pubblico e il critico.
Il teatro mi ha tenuto in vita e mi ha dato modo di applicarmi al mio talento.
Lo schermo dà soddisfazione perché è così tecnico e misterioso. E' come giocare alla roulette: hai un copione, puoi pensare che sia ottimo o pacchiano, ma non hai idea di come verrà fuori in realtà. Sul palco, invece, tu sei l'autore di te stesso.
Una volta si pensava che il doppiaggio potesse nascondere ogni inesperienza, oggi si considera che una serie di telepromozioni possa fare curriculum... Per dirigere un attore di teatro bisogna saperlo fare, probabilmente molti registi si sottostimano.
Il teatro mi ha insegnato a non lasciare spazi vuoti nello spettacolo.
Nella fanciullezza la vita ci si presenta come uno scenario teatrale visto da lontano; nella vecchiaia come il medesimo scenario visto da molto vicino.
Se fare teatro è il tuo obiettivo, devi lavorare sulla voce, svilupparne le variazioni e la flessibilità, ma soprattutto la capacità di farsi sentire.
Io faccio del teatro, non della letteratura. E dal teatro tengo lontano tutto ciò che può danneggiarlo: i registi, i testi inutilmente intellettuali, gli scandali.
E' solo sul palco che gli attori si sentono vivi.