La legge è il consenso di tutti scritto e promulgato per il ben comune.
Gabbia de' matti è il mondo.
La somma potestà è la potestà del gladio, cioè della morte e della vita, ed in colui risiede nel quale si serba l'ultima appellazione della morte e della vita.
Chi difende il suo dominio con arme e con la lingua, meglio mantiene che chi usa uno istrumento solo.
Le leggi ottime sono le poche e brevi che s'accordano al costume del popolo e al bene comune. Le leggi tiranniche sono molti lacciuoli che ad uno o a pochi sono utili, e non s'accordano col costume pubblico, purché crescano gli pochi autori di esse.
Dominio d'uno buono si dice Regno e Monarchia; d'uno malo si dice Tirannia; di più buoni si dice Aristocrazia; di più mali Oligarchia; di tutti buoni Polizia; di tutti mali Democrazia.
Una stessa legge per il leone e per il bue è oppressione.
L'ignoranza della legge non è una scusa per nessun uomo: non perché tutti gli uomini conoscono la legge, ma perché questa è una scusa che tutti adducono, e nessuno sa come respingerla.
Le leggi sono le condizioni colle quali uomini indipendenti e isolati si unirono in società, stanchi di vivere in continuo stato di guerra.
Preoccupazione del legislatore deve essere il bene della collettività: "l'utilità generale" deve costituire il criterio orientativo in materia di legislazione. Conoscere il bene che giovi agli interessi della comunità, è scienza; ricercare i mezzi per realizzare questo bene, è arte.
Quanto alle leggi, attieniti a quelle antiche; quanto ai cibi, invece, consuma quelli freschi.
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
A vergogna degli uomini, si sa che le leggi del gioco sono le sole che dappertutto siano giuste, chiare, inviolabili e osservate.
Chi ha fatto la legge deve essere il primo ad ubbidire alla legge.
Se, secondo la legge islamica, dalle nostre parti si tagliasse la mano ai ladri, avremmo soltanto dei compositori con una mano sola.
Non è vera né buona legge quella che non ha per madre la Sofia e per padre l'Intelletto razionale.