Non possiamo tollerare né i nostri vizi tradizionali né i loro rimedi.
A chi opera con calma, ogni cosa è chiara e sicura; la fretta è sconsiderata e cieca.
L'eleganza, i monili, le acconciature sono i simboli peculiari delle donne, di questi gioiscono e si vantano.
Certamente nemmeno il destinatario di un dono può esserne soddisfatto se chi lo concede sa di poterlo riprendere quando vuole.
Coloro ai quali per la prima volta arride il successo impazziscono perché non sanno padroneggiare la loro gioia.
Vi è un limite oltre il quale la tolleranza cessa d'essere virtù.
Nessun male può derivare dalla sua inibizione più perniciosamente che dalla sua tolleranza.
Rispetto solo coloro che mi resistono, ma non posso tollerarli.
La tolleranza è sempre indifferente.
Per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza.
Ogni tolleranza accordata ai fanatici li induce immediatamente a credere a una simpatia per la loro causa.
La tolleranza è come il vino: un po' fa bene, troppa è dannosa.
Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle.
La discordia è la piaga mortale del genere umano, e la tolleranza ne è il solo rimedio.
Alle altisonanti dichiarazioni di libertà d'opinione, non si accompagna nessuna tolleranza; all'esibizione di patriottismo alcun sacrificio d'interessi; e malgrado gli stucchevoli panegirici sulla rispettabilità manca troppo spesso ogni decenza.