Essere artista ha sempre significato possedere ragione e sogni.
Il tempo raffredda, il tempo chiarifica; nessuno stato d'animo si può mantenere del tutto inalterato nello scorrere delle ore.
La bellezza ci può trafiggere come un dolore.
Il mistero dà fuoco e tensione a ogni nostra parola.
L'arte non è una forza, è soltanto una consolazione.
La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.
L'artista moderno, mi pare, lavora per esprimere un mondo interiore; in altri termini: esprime il movimento, l'energia e altre forze interiori.
Da secoli, solo l'artista è riuscito a staccare l'idea di lavoro dall'idea di profitto. E non tutti gli artisti sono capaci di questa dissociazione di concetti.
I soli artisti che io abbia conosciuto come piacevoli personalità erano i cattivi artisti. I buoni artisti esistono semplicemente per ciò che essi fanno, per conseguenza non interessa affatto ciò che essi sono.
L'artista è l'unico che racconta le cose senza strumentalizzarle, perché non ne ha bisogno.
Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa.
L'opera può insegnare qualcosa, non l'artista. Un buon numero di artisti sono molto stupidi, sa.
Fra tutti i tipi dell'essere umano, soltanto l'artista si assume la responsabilità di dire che non può lavorare.
La frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie è, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa.
È iscritta nell'animo umano la chiamata all'immortalità. Essa è iscritta nell'animo dell'artista, quando con l'opera del proprio talento, del suo genio, cerca di superare il limite del transuente e della morte.
Il vero artista non si preoccupa menomamente del pubblico. Per lui il pubblico non esiste.