Nella psicoanalisi non c'è nient'altro di vero che le sue esagerazioni.
Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali.
L'intelligenza è una categoria morale.
Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza.
La decadenza del dono si esprime nella penosa invenzione degli articoli da regalo, che presuppongono già che non si sappia che cosa regalare, perché, in realtà, non si ha nessuna voglia di farlo.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
Spietata scuola di egoismo, la psicanalisi sfrutta con agghiacciante cinismo le brave figliole un po' smarrite e le trasforma in ignobili bagasce dall'egocentrismo delirante, incapaci di suscitare altro che un legittimo disgusto.
Freud è il padre della psicoanalisi: essa non ha madre.
La psicanalisi è il mestiere di lascivi razionalisti che riconducono a cause sessuali tutto quel che esiste, salvo il loro mestiere.
Una certa psicoanalisi è il mestiere di lascivi razionalisti che riconducono a cause sessuali tutto quel che esiste al mondo, salvo il loro mestiere.
Lo psicanalista è un confessore cui piace ascoltare anche i peccati dei padri.
La psicoanalisi sembra confinata a essere un codice antiquato che fornisce lo svago catartico di un gioco, anziché una guida alla vita.
La psicoanalisi è quella malattia mentale di cui crede di essere la terapia.
Gli psicanalisti, pinguemente remunerati, supponenti e stupidi, annientano definitivamente nei loro cosiddetti pazienti qualunque attitudine all'amore, sia mentale che fisico; in pratica si comportano da veri e propri nemici dell'umanità.
La psicoanalisi è una confessione senza assoluzione.