Dire noi ed intendere io è una delle offese più raffinate.
Le vere riflessioni sono le sole a non essere in grado di comprendere se stesse.
Gli uomini disapprendono l'arte del dono. C'è qualcosa di assurdo e di incredibile nella violazione del principio di scambio; spesso anche i bambini squadrano diffidenti il donatore, come se il regalo non fosse che un trucco per vendere loro spazzole o sapone.
C'è un criterio quasi infallibile per stabilire se un uomo ti è veramente amico: il modo in cui riporta giudizi ostili o scortesi sulla tua persona.
Quando il tempo è denaro sembra morale risparmiarlo, specialmente il proprio.
Non vale quasi mai la pena di essere offensivo. Non vale mai la pena di essere offensivo a metà.
Chi altri offende, sé non sicura.
La più grande offesa che si possa dare ad un asino è quella di chiamarlo uomo.
Fare molto rumore a proposito di un'offesa ricevuta, non diminuisce il dolore, ma aumenta la vergogna.
L'offesa accolla ormai all'offeso il futuro della relazione: dalla sua iniziativa dipenderà il futuro.
Si perdonano coloro che ci hanno offeso perché così il conto torna: un'offesa ciascuno. Ma quest'ultima è mortale.
Se il vostro occhio destro vi offende, strappatevelo; se il vostro braccio destro vi offende, tagliatevelo. E se la vostra ragione vi offende, diventate cattolico.
La lode che s'acquista in non lasciarsi offendere avanza la gloria che si guadagna vendicandosi.
Non voler offendere nessuno, non voler ledere nessuno può essere indice sia di un modo di pensare giusto, sia di un modo di pensare pavido.