Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
Non siate crudeli: non raddolcite la vita ai masochisti!
Come non essere ottimista! I miei avversari si sono rivelati finora esattamente quelle canaglie che avevo sospettato.
Il gallo canta persino la mattina in cui finisce in pentola.
I fiori sulla tomba del nemico hanno sempre un profumo inebriante.
È di un'ignoranza enciclopedica.
Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.
Il privilegio dei morti: non moriranno più.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà.
La vita è una ciliegia La morte il suo nòcciolo L'amore il ciliegio.
Nessuno ha ancora capito se la morte sia un punto o una virgola.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Bisogna salvarsi per poter morire, perché la morte non sopraggiunga senza coscienza, ma chiara, precisa, limpida.
La morte vera è la separazione da Dio e questa è intollerabile; la morte vera è la non fede, la non speranza, il non amore.
Vivere significa nascere a ogni istante. La morte subentra quando il processo della nascita cessa.
Chi teme la morte è già morto.