Chi teme la morte è già morto.
L'ipocrisia è la menzogna della menzogna.
L'enciclopedie sono il prodotto più turpe e più utile dell'ingegno umano.
Tutti i progressi della civiltà sono regressi dell'individuo.
Chi vuol avere un attimo solo sua la vita, esser un attimo solo persuaso di ciò che fa, deve impossessarsi del presente; vedere ogni presente come l'ultimo, come se fosse certa dopo la morte; e nell'oscurità crearsi da sé la vita.
Vana cosa è la filosofia se esce dalla vita è l'ultima illusione, e l'ultimo gioco del vecchio rimbambito è l'ultimo ottimismo che arresta la vita nel suo glorioso svolgimento verso l'universale.
Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica.
Ogni sera, quando vado a dormire, muoio. E la mattina dopo, quando mi sveglio, sono rinato.
Sono sempre ossessionato dal pensiero della morte: v'è una vita nell'aldilà? E se c'è, mi potranno cambiare un biglietto da cinquanta?
Soltanto l'assoluto e l'universale può morire; noi moriamo in quanto siamo il morire dell'assoluto.
Se temo la morte vuol dire che la vita mi è ancora vicina, disperata più di me.
Di morte mangerai, che mangia gli uomini, e il morir finirà, morta la morte.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Un sillogismo: gli altri muoiono; ma io non sono un altro; dunque non morirò.
Cercate, meditando frequentemente sulla morte, di portarvi al punto per cui essa non vi sembri più una terribile nemica, ma un'amica la quale libera da questa sciagurata esistenza l'anima che langue nei conati della virtù per introdurla nel luogo della ricompensa e del riposo.
E la morte passò con la nuda falce a produrre tanti vuoti nelle nostre già sparute schiere di sopravvissuti.