La natura umana partecipa della sciocchezza più che della saggezza.
La fama è come un fiume che porta a galla le cose leggere e gonfie, e manda a fondo quelle pesanti e massicce.
La virtù è come una gemma preziosa: risalta meglio se la montatura è semplice.
Le università inclinano i saggi al sofismo e all'affettazione.
Un uomo che medita la vendetta mantiene le sue ferite sempre sanguinanti.
È molto difficile far andare d'accordo la politica e la morale.
Uno stupido spesso fallisce perché pensa che ciò che è difficile sia facile, ed un saggio perché ciò che crede sia facile è difficile.
Quando i saggi vanno oltre l'udito dell'udito, il pensiero del pensiero, la parola della parola (e vi è anche il respiro del respiro, lo sguardo dello sguardo), trasuperano il mondo fenomenico e diventano immortali.
Dall'ascesi nasce la saggezza: mediante la non-ascesi si perde la saggezza. Avendo conosciuto questa duplice via, ognuno si disponga in modo tale da accrescere la saggezza.
La conoscenza è il processo di accumulo dei fatti; la saggezza consiste nella loro semplificazione.
La vera saggezza è nel pensare da pessimista, poiché la natura delle cose è ingiusta e crudele e la illusione è debolezza; ma, nella vita pratica e nella misura del possibile, agire da ottimista poiché nessuna energia, nessuno sforzo di bontà e di amore vanno mai interamente perduti.
La saggezza dei proverbi sta nel contraddirsi.
Un'idiota può gettare in uno stagno un sasso che dieci uomini saggi non possono recuperare.
Il saggio appartiene allo stesso repertorio obsoleto come la casalinga virtuosa e il monarca illuminato.
L'acqua incanalano i fontanieri, gli armaioli piegano i dardi, piegano il legno i falegnami, piegano se stessi i Saggi.
Ogni uomo è un folle per almeno cinque minuti al giorno, la saggezza consiste nel non eccedere il limite.