Non si sa mai. Io il futuro lo metto nella mia wish list.
Internet è spaventoso.
Durante il mio mandato al Congresso degli Stati Uniti, ho preso l'iniziativa di creare Internet.
Su internet l'individuo fa parte di una società completamente democratica. Non ha più importanza o maggiore visibilità la parola di un personaggio importante come un senatore o capo d'azienda, tutto è livellato, reso meritocratico in base alla pertinenza e qualità dei contenuti.
Per quanto mi riguarda Internet è solo un modo nuovo per essere respinto da una donna.
Internet sta diventando la piazza del villaggio globale del domani.
Se Al Gore ha inventato Internet, io ho inventato il correttore ortogrammico.
Di solito i blogger sono apprendisti-mancati-pretesi letterati che si dannano a cercare stima e fama in Internet. O signore e signorine che approfittano della copertura di un nickname, per sfogare umori e ardori, esibire dolciastre poesie o confidare i propri amori (di regola infelici).
Se google fosse stato un ragazzo non mi avrebbe trovata neanche se mi fossi travestita da grattacielo!
Internet è l'esemplificazione più riuscita dell'eterno presente.
Una nuova idea di politica sta emergendo in una giovane generazione di leader che socializzano attraverso Internet: per loro, categorie significative non sono «destra» e «sinistra», ma «centralizzato e autoritario» e «distribuito e collaborativo». Questo sembra avere un senso.