Un grande amore per la vita è inseparabile da una più che disperata delusione.
— Sergio Quinzio
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La nostra interpretazione
Un sentimento intenso verso l’esistenza porta con sé, quasi inevitabilmente, una consapevolezza dolorosa. Amare profondamente la vita significa esporsi senza difese alla sua fragilità, ai suoi limiti, alle sue contraddizioni. Chi sente la bellezza del mondo, delle relazioni, del tempo che passa, percepisce con altrettanta forza la loro precarietà e la loro ingiustizia. L’incanto e lo strappo diventano inseparabili: più si avverte la grandezza del vivere, più si è colpiti da ciò che in essa manca, da ciò che si spezza, da ciò che viene negato.
Questo sguardo non è cinico, ma radicalmente onesto. Non si accontenta di illusioni consolatorie, non attenua il dolore con frasi di circostanza. Il coinvolgimento totale nell’esistenza apre anche alla delusione più incandescente, perché misura la distanza tra ciò che potrebbe essere e ciò che è. Amare la vita fino in fondo significa accettare di rimanere feriti da essa, senza per questo rinunciare a guardarla in faccia, a interrogarla e a restare, nonostante tutto, presenti dentro la sua contraddizione.