I vizi: è più facile sradicarli che tenerli a freno.
Fare naufragio, finire sotto una vettura sono casi rari, anche se gravi: mentre dall'uomo viene all'uomo un pericolo costante.
Noi finiamo con l'imparare per la scuola e non per la vita.
Povero non è chi ha poco, ma chi vuole di più.
La vita è tanto breve, e noi la rendiamo ancora più breve con la nostra incostanza, ricominciandola di continuo ora in un modo, ora in un altro: la riduciamo in pezzi e la laceriamo.
Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.
Carità: Un'amabile disposizione dell'animo che induce a perdonare negli altri i peccati e i vizi cui siamo dediti noi stessi.
L'indietreggiare nel senso inverso dei nostri vizi, ci conduce ai vizi opposti.
Non vi fate schiavi del vostro stomaco: questo viscere capriccioso, che si sdegna per poco, pare si diletti di tormentare specialmente coloro che mangiano più del bisogno, vizio comune di chi non è costretto dalla necessita al vitto frugale.
Non si è viziosi che per il vizio, non si è virtuosi che per la virtù; così non si è frugali che per riguardo alla propria prodigalità.
O d'ogni vizio fetida sentina, dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa ch'ora di questa gente, ora di quella che già serva ti fu, sei fatta ancella?
Chiamiamo vizi quei divertimenti che non osiamo provare.
Non si può avere una civiltà durevole senza una buona quantità di amabili vizi.
I vizi ti allettano con una ricompensa: al servizio della virtù devi vivere gratuitamente.
La virtù sincera non abbandona chi l'ama; i vizi stessi di un uomo bennato possono concorrere alla sua gloria.
Tutto al bene fluisce: dove non può la virtù, giova il vizio.