Soli, saremo migliori.
Quando aumenta il sapere, aumenta il dolore.
Il giorno che temiamo come ultimo è soltanto il nostro compleanno per l'eternità.
Immagina di abbracciare l'immensità del tempo e l'universo, e poi paragona all'infinito quella che chiamiamo vita umana: vedrei come è poca cosa questa vita che desideriamo e cerchiamo di prolungare.
La vita è divisa in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi, il momento che stiamo vivendo è breve, quello che ancora dobbiamo vivere non è sicuro, quello che già abbiamo vissuto è certo.
Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce.
La solitudine o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi.
Non è possibile abituarsi alla solitudine. L'uomo è solo ogni volta di più.
Viaggia più veloce chi viaggia da solo.
La solitudine offre all'uomo altolocato intellettualmente due vantaggi: il primo d'esser con sé, il secondo di non esser con gli altri.
La solitudine ci dà il piacere d'una grande compagnia: la nostra.
Si può acquistare tutto nella solitudine, eccetto un carattere.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli.
Apportiamo un aiuto profondo solo quando nella relazione rischiamo noi stessi come persone, quando sperimentiamo l'altro come una persona con i suoi diritti: solo allora ha luogo un incontro ad una profondità tale da dissolvere il dolore della solitudine in entrambi, nel cliente come nel terapista.
La solitudine è il teatro dei risentimenti.