L'amore uccide ciò che siamo stati perché si possa essere ciò che non eravamo.

Sant'Agostino
27

La nostra interpretazione

L’esperienza dell’amore autentico non si limita ad aggiungere qualcosa in più alla vita; stravolge le fondamenta su cui si è costruita la propria identità. Ciò che si è stati, con le sue abitudini, difese, illusioni di autosufficienza, viene messo in crisi, talvolta in modo doloroso. L’amore non si accontenta delle vecchie maschere, dei ruoli consolidati, delle chiusure interiori: le spezza, le consuma, le lascia morire. In questo senso “uccide” il passato, non come annientamento distruttivo, ma come atto radicale di trasformazione. Quando si ama davvero, si accetta di non essere più gli stessi, di abbandonare parti di sé che sembravano indispensabili, per aprirsi a un modo nuovo di esistere, più vero e più vulnerabile. Si entra in una dimensione in cui l’io non è più centro assoluto, in cui la relazione con l’altro – umano o divino – diventa luogo di rinascita. Questo processo non è indolore: comporta perdita, smarrimento, rinuncia al controllo. Tuttavia, proprio attraverso questa “morte” dell’identità passata, emerge un sé più maturo, capace di dono, di apertura, di profondità. L’amore, dunque, non conferma semplicemente ciò che si era, ma rende possibile una forma di esistenza prima impensabile, in cui si scopre una verità più alta su di sé e sugli altri.

Altre frasi di Sant'Agostino

Tutte le frasi di Sant'Agostino

Altre citazioni sugli stessi argomenti