All'amore pone fine il tempo, non il cuore.

Publilio Siro
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La nostra interpretazione

L’idea espressa mette in luce una distanza netta tra la dimensione interiore del sentimento e le condizioni esterne dell’esistenza. Il cuore, nel suo autentico slancio, non possiede strumenti per concludere da sé un amore sincero: non decide di spegnerlo, non lo revoca per semplice volontà. La fine arriva da qualcosa di più grande e ineluttabile, il passare dei giorni, delle stagioni, delle esperienze, che corrodono lentamente ciò che un tempo appariva incrollabile. Il tempo introduce cambiamento, logora le illusioni, svela i limiti, altera le persone e le loro priorità. Così, ciò che dentro potrebbe ancora persistere come nostalgia, attaccamento o desiderio, nella realtà concreta diventa impraticabile o concluso. Resta la percezione che l’amore, nella sua essenza, tende alla durata e alla fedeltà, mentre è la vita, con il suo flusso inarrestabile, a imporre distanze, rotture, nuove strade. In questo contrasto emerge un senso di malinconia: non è il sentimento a tradire, ma la fragilità del tempo umano, che non permette a molte passioni di trasformarsi in legami eterni. L’interiorità conserva tracce che l’esistenza non riesce più a incarnare, mostrando quanto sia difficile conciliare la purezza del cuore con il limite imposto dalla temporalità.

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