Non v'è arte là dove non v'è stile.
Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo.
I fidanzamenti lunghi danno l'opportunità di scoprire prima del matrimonio il carattere l'uno dell'altro: ciò non è mai consigliabile.
È curioso: nel gioco del matrimonio le mogli detengono tutti gli onori e invariabilmente perdono ogni singola malia.
Mi piace parlare di fronte a un muro di mattoni: è l'unico interlocutore al mondo che non mi contraddice mai.
Tutte le donne devono lottare con la morte per tenere i loro figli. La morte, essendo senza figli, vuole i nostri.
L'arte ritrova quello che la natura guastata ha perduto.
Se è arte non può essere popolare e se è popolare non può essere arte.
L'arte si afferma, crea una nuova e più congrua realtà: sì certo, quella appunto dell'arte, che non si dà chi non sarebbe disposto a barattare contro un minuzzolo di quest'altra vile e spregiata.
La politica non è l'arte del possibile. Consiste nello scegliere fra il disastroso e lo sgradevole.
Tutto l'interesse dell'arte è nel principio. Dopo il principio, è già la fine.
L'arte non è lo studio della realtà positiva, ma la ricerca della verità ideale.
Un'opera d'arte non è tale fino a quando non lo afferma qualcuno.
L'arte non diventa nuova prima che siano passati dieci anni perché solo allora appare nuova.
Le divergenze di opinioni suscitate da un'opera d'arte, indicano che essa è nuova, complessa e vitale.