Il lavoro è la maledizione delle classi alcolizzate.
La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell'acqua scura di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna.
Non vi è alcuna ragione per cui un uomo debba mostrare la sua vita al mondo. Il mondo non capisce.
Ci sono molte cose che butteremmo via volentieri, se non temessimo che qualcun altro le raccogliesse.
La morale moderna consiste nell'accettare le regole del tempo. Io penso che per ogni uomo colto, accettare le regole del suo tempo sia la immoralità più grossolana.
Nessun uomo è abile quando è inabile a ottenere, proprio come nessuna donna è abile quando riesce a procurarsi il peggiore e più utile dei mali, un marito.
La nuova misura di eccellenza dà per scontato il possesso di capacità intellettuali e di conoscenze tecniche sufficienti a svolgere il nostro lavoro. Invece, punta principalmente su qualità personali, come l'iniziativa e l'empatia, la capacità di adattarsi e di essere persuasivi.
Gli uomini usano il lavoro per fare carriera, per ottenere maggiori riconoscimenti, soldi, gradi, per emergere, affermarsi. Le donne vivono il lavoro con la passione, l'emozione, l'ostinazione, anche cieca, con le quali hanno sempre vissuto l'amore e gli amori.
Il lavoro è un'ottima cosa per l'uomo: lo distrae dalla sua vita, gli impedisce di vedere quell'altro essere che è sé stesso e che gli rende spaventosa la solitudine.
L'inevitabile risultato del miglioramento e dell'allargamento della comunicazione tra differenti livelli in una gerarchia è il considerevole ampliamento dell'area di incomprensione.
Il lavoro è il miglior antidoto alla tristezza.
Ritengo che l'uomo, se non è ostacolato, raggiunge da sé con l'eroismo del lavoro e del pensiero la grandezza che gli spetta.
Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi.
Il lavoro non è per gli uomini, è per i ciucciarielli. Anche una fatica, magari, può dar gusto qualche volta, purché non sia un lavoro. Una fatica oziosa può riuscire utile e simpatica, ma il lavoro, invece, è una cosa inutile, e mortifica la fantasia.
Perché le persone possano essere felice nel proprio lavoro, sono necessarie queste tre cose: Devono essere adatte a svolgerlo. Non ne devono svolgere troppo. E devono applicarci un pizzico di successo.
Il futuro del lavoro: Il fatto che nella lingua cinese non esiste alcuna parola per indicare una «giornata dedicata a sé».