Ci sono due leve per fare muovere un uomo, paura ed egoismo.
Colui che teme di essere conquistato è sicuro della sconfitta.
Non ci si arrampica mai tanto in alto come quando non si sa dove si sta andando.
Un uomo non più dipende da altri quando non vuole più dipenderne.
Non vi è condizione peggiore per un popolo di quella di divenire soggetto ad un altro popolo.
L'uomo si chiede: donde vengo? chi sono? dove vado? Questi misteri ci spingono verso la religione. Noi accorriamo ad essa, la nostra naturale tendenza ci trascina, ma l'istruzione ci arresta.
La timidezza è un meccanismo di difesa contro il pericolo di venir respinti nell'incontro, di venir svalutati dal rifiuto.
La paura è la cosa di cui bisogna aver più paura.
Preoccuparsi è dannoso come aver paura; serve solo a far le cose più difficili.
L'importante non è non avere paura, ma evitare che la paura ci possieda. L'uomo deve essere padrone anche delle sue debolezze.
L'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere.
Per chi ha paura, tutto fruscia.
Fu solo la paura che al principio del mondo creò gli dei.
La paura segue il crimine, ed è la sua punizione.
L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa.
Non dobbiamo aver paura che della paura.