L'età è quella che pensi che sia. Si è vecchi quanto si pensa di esserlo.
È difficile essere umili quando si è grandi come lo sono io.
È la ripetizione delle affermazioni che ti porta a crederci. E quella credenza si trasforma poi in una convinzione profonda, e le cose cominciano ad accadere.
Odiare le persone a causa del loro colore è sbagliato. E non importa quale colore susciti l'odio. E' semplicemente sbagliato.
Non c'è bisogno di stare in un ring di pugilato per essere un grande combattente. Finché si resterà fedeli a se stessi, si avrà successo nella propria lotta, per quello in cui si crede.
Io sono un combattente. Credo nell'"occhio per occhio". Io non sono uno che porge l'altra guancia. Non nutro alcun rispetto per un uomo che non reagisce ai colpi. Uccidi il mio cane, allora è meglio che nascondi il tuo gatto.
Si invecchia per lasciare il mondo con meno dolore.
Quando gli amici di un uomo cominciano a fargli i complimenti perché sembra così giovane, questo può star certo che quelli pensano che stia diventando vecchio.
In vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi.
Si diventa vecchi quando si incomincia a temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò che noi non possiamo più fare.
La vita negli anni della vecchiaia assomiglia al quinto atto di una tragedia: si sa che la fine tragica è vicina, ma non si sa ancora quale sarà.
La tragedia della vecchiaia non è di essere già vecchi, ma di essere ancora giovani.
Il prurito dei vecchi, il chiacchierare.
Più invecchio anch'io, più mi accorgo che l'infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi che ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
I giovani pensano che la vecchiaia sia orribile, poi quando invecchiano scoprono che è vero.
Il sonno e l'estate sono le ultime risorse del vecchio.