L'arte è pace e profezia. Dopo la morte c'è rinascita.
L'artista sensibile a ciò che succede nel mondo dovrebbe raccontare con la sua creatività i fatti più importanti della nostra vita.
Strappare manifesti dai muri è la sola compensazione, l'unico modo di protestare contro una società che ha perduto il gusto del cambiamento e delle trasformazioni favolose.
La pace vera nasce dalla comprensione reciproca, dal rispetto, dalla fiducia. I problemi della società umana dovrebbero essere risolti in modo umano, e la nonviolenza fornisce un approccio adeguato.
La pace è il preludio dell'eterno gaudio.
Non devi vedere la pace, la devi sentire respirando i suoi benefici.
La produzione di armi garantisce posti di lavoro; la pace è quindi uno stato asociale.
Se tutti chiedessero la pace invece di un'altra televisione, allora ci sarebbe la pace.
La pace nasce dalla coerenza, dalla legalità, dal rispetto dell'altro, dal far proprie le speranze e le esigenze degli altri. La pace nasce dalla fatica di dire no quando è necessario.
La guerra non deve essere considerata fino a che ogni azione di pace non sia fallita.
Il famoso "si vis pacem para bellum" non è che un giuoco di parole da oracolo di Delfo. Torniamo, signori, al senso comune, che dice: "si vis pacem para pacem.
La pace! Non l'ho trovata nella febbrile fantasia dell'arte, nella stupida società elegante, nell'amore, negli studii pacati e solitarii... La troverò nel prestarmi a lavorare pei poveri?