Non è facile disabituarsi ai gesti che si sono abituati a noi.
Non c'è nulla che avvicini le persone più in fretta di una triste e malinconica comprensione.
La battaglia dell'uomo contro il potere è la battaglia della memoria contro l'oblio della dimenticanza.
L'ironia irrita. Non perché si faccia beffe o attacchi, ma perché ci priva delle certezze svelando il mondo come ambiguità.
Vivere: nel vivere non c'è alcuna felicità. Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo. Ma essere, essere è felicità. Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l'universo cade come una tiepida pioggia.
Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future.
Ogni gesto di un essere umano è sacro e pregno di conseguenze.
Molta la gente, pochi i gesti.
Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più.
Ogni nostro gesto è un atto di guerra. Ogni nostra azione quotidiana è una forma di guerra che esercitiamo contro qualcuno o qualcosa.