Gli scrittori di romanzi insegnano al lettore a considerare il mondo come una domanda.— Milan Kundera
Gli scrittori di romanzi insegnano al lettore a considerare il mondo come una domanda.
Offrendoci la bella illusione della grandezza umana, il tragico ci consola. Il comico è più crudele: ci rivela brutalmente l'insignificanza di tutte le cose.
L'onnipresente bruttezza del mondo moderno, misericordiosamente velata dall'assuefazione, riappare brutalmente alla nostra prima anche minima angoscia.
Sapete chi sono i più grandi misogini di questa terra? Le donne.
L'uomo risponde della propria ignoranza.
La cosa più difficile da tradurre: non il dialogo, la descrizione, bensì i brani riflessivi. Se ne deve mantenere l'esattezza assoluta, ma al tempo stesso anche la bellezza.
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti.
Abba Eban, ministro degli Esteri d'Israele, è convinto che per uno scrittore la maggior fonte d'ispirazione è di sapere che, se non scrive, deve restituire l'anticipo che ha ricevuto per i diritti d'autore.
Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.
Com'è intelligente quello scrittore quando dice ciò che io ho pensato per tutta la vita.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mollato.
Il compito primordiale dello scrittore di oggi è di essere «mitoclasta».
Gli unici scrittori impeccabili sono quelli che non hanno mai scritto.
Parrà strano, ma nel mondo delle lettere il peggior peccato di uno scrittore consiste nello scrivere.
È evidente che la famiglia degli scrittori si ridurrebbe rapidamente a numeri di scarsissima entità, se a chi fa un libro si ponesse la limitazione, fatale, di non dire niente che non rientri nello scopo.