Gli unici scrittori impeccabili sono quelli che non hanno mai scritto.
Il luogo della conoscenza è nella testa, della saggezza, è nel cuore.
Se desideriamo conoscere la forza del genio umano dobbiamo leggere Shakespeare. Se vogliamo constatare quanto sia insignificante l'istruzione umana possiamo studiare i suoi commentatori.
La persona istruita non sa dire se un oggetto è nero o bianco, tondo o quadrato, ma sa a menadito le leggi dell'ottica e le regole della prospettiva. Conosce le cose di cui parla, come un cieco i colori.
Seppure il mondo non servisse a nient'altro, sarebbe un buon soggetto di meditazione.
Nel crimine c'è dell'eroismo, come nella virtù. Il vizio e l'infamia hanno i propri altari e la propria religione.
Tutti gli scrittori scrivono della loro infanzia! Se io scrivessi della mia non ti vorresti sedere nella stessa stanza con me.
Lo scrittore deve guadagnare per vivere e scrivere, ma non deve vivere e scrivere per guadagnare.
Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell'avena.
L'autore migliore sarà quello che si vergognerà di diventare scrittore.
Per istruirsi uno scrittore dovrebbe più vivere che leggere. Per divertirsi uno scrittore dovrebbe più scrivere che leggere. Allora possono nascere quei libri che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi.
Ciò che chiamiamo scrittore è questa strana figura sociale, né esperto né gente, a cui si dà ascolto senza avergli posto alcuna domanda.
C'è chi crede d'esser un grande scrittore perché tutti lo leggono; e c'è chi crede d'esser un grande scrittore perché non lo legge nessuno.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Agli scrittori piace soltanto la puzza dei propri stronzi.