Il futuro non si pensa, viene da solo, come vuole lui.
Diventarono assidui e poi disastrosi bevitori fino al sacrificio. Immolarono a Bacco le loro sgangherate esistenze.
Quegli ulivi, nonostante il corpo stravolto, bugnoso, avvitato su se stesso come in preda a contorsioni tremende, conservavano un'eleganza, uno stile e un equilibrio mai riscontrati in nessun altro albero.
L'estate stava facendo posto all'autunno tirandosi più in là, come un nonno sulla panca del focolare che si sposta per far spazio al nipote.
Il successo non viene mai perdonato, viene chiamato fortuna da chi ne è privo.
Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro.
Ogni futuro è incerto e più certo è il peggio.
Il futuro non esiste, è qualcosa che noi ricorriamo e, quando lo raggiungiamo, subito diventa presente e poi passato.
Ricorda sempre che il futuro arriva un giorno alla volta.
Il tuo passato di successi bloccherà la tua visione del futuro.
Il passato deve essere rispettato e riconosciuto, ma non adorato. E' il futuro il luogo dove troveremo la nostra grandezza.
Il futuro è proprio sprecato con certa gente.
È chiaro che il futuro offre grandi opportunità. È anche disseminato di trabocchetti. Il trucco consiste nell'evitare i trabocchetti, prendere al balzo le opportunità e rientrare a casa per l'ora di cena.
Crediamo di sapere cosa scriveremo sulle pagine dei giorni futuri, oppure crediamo addirittura di essere già alla fine del libro... ma c'è sempre una pagina che ci sorprende.
Non servono generiche esortazioni a guardare al futuro ma piuttosto la tenace mobilitazione di tutte le risorse della società italiana.
La felicità non è un sostantivo ma un verbo difettivo, che si coniuga al passato per mezzo del ricordo, al futuro per mezzo della speranza, e manca del tempo presente.