La paura fa correre, correre fa sbagliare.
L'estate stava facendo posto all'autunno tirandosi più in là, come un nonno sulla panca del focolare che si sposta per far spazio al nipote.
Diventarono assidui e poi disastrosi bevitori fino al sacrificio. Immolarono a Bacco le loro sgangherate esistenze.
Sottrazioni, e assenze, non lasciano scampo, segnano la vita, tracciano il sentiero, decidono il destino, indicano il futuro.
Il dolore sopportato in silenzio rende forti nello spirito, ma anche fragili, disinteressati alla vita e privi di ogni difesa.
Se non è allenato alla sconfitta, educato a perdere, corazzato al dolore, in pratica se non ha palle, cominciano i guai.
Hanno fretta solo quelli che scappano.
Quando si scorge la fine nel principio si va più in fretta del tempo. L'illuminazione, delusione folgorante, dispensa una certezza che trasforma il disingannato in liberato.
Affrettati lentamente.
Nei libri le cose hanno i tempi giusti. La vita invece ha sempre troppa fretta, bisognerebbe prima scoprirla un po' meglio, insegnarle a vivere.
Nessun uomo che sia in premura può dirsi civilizzato.
Sebbene sia sempre di fretta, non sono mai di premura.
Non vi pentirete mai di aver aspettato, potreste pentirvi cento volte di aver fatto troppo presto.
Non ho fretta, perché quelli che volano con un vecchio lento biplano non possono permettersi di avere fretta.
Se hai fretta non andare di fretta: aumenteresti considerevolmente il rischio di arrivare in ritardo.
La precipitazione e la superficialità sono le malattie croniche del secolo.