Nei miei viaggi non ho trovato risposte, solo meraviglie.
Il cane chiuso nel recinto abbaia a quello che scorrazza liberamente.
La tua fede è debole, se non si può perdere.
I viaggi che vale la pena di fare ti portano inevitabilmente, prima o poi, a dipendere dalla gentilezza degli sconosciuti, a metterti nelle mani di persone che non hai mai visto affidando loro la tua vita.
Il viaggio comincia laddove il ritmo del cuore s'espone al vento della paura.
La via più breve per giungere a se stessi gira intorno al mondo.
Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell'individuo dal quale volevi fuggire.
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo, o nel mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi.
I viaggiatori possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.
I viaggiatori sono quelli che lasciano le loro convinzioni a casa, i turisti no.
Vorrei vivere diverso in paesi lontani. Vorrei morire altro fra bandiere sconosciute.
Non c'è ritorno, pensavo, questo viaggio manca di simmetria, è solo andata.
Quelle cose per conoscere le quali ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono poste sotto i nostri occhi non ce ne curiamo.