La pubblicità è la più grande forma d'arte del XX secolo.
La radio è un medium così caldo che prende sul serio anche i personaggi dei fumetti.
Il lavoro è il narcotico per la noia.
Nei circuiti dell'informazione, perfino una manifestazione di pacifisti o il tifo di una nazione per un avvenimento sportivo agiscono come incitamento alla febbre della guerra.
Non ha molta importanza che s'introduca il televisore in ogni aula: la rivoluzione è già avvenuta nelle case. La tv ha mutato la nostra vita sensoriale e i nostri processi mentali.
Oggi il futuro non è più pensato come migliore, ma come diverso: non è il futuro umano, ma l'anteprima dei modelli del prossimo anno.
La pubblicità insegna alla gente a non fidarsi del proprio giudizio. La pubblicità insegna alla gente a essere stupida.
Le agenzie di pubblicità esprimono per la collettività ciò che i sogni esprimono per l'individuo.
Pubblicità. L'arte d'insegnare alla gente a desiderare determinate cose.
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo.
La pubblicità ha soltanto una ragione d'essere: quella di agganciare la curiosità del pubblico con la massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale.
La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos'è la pubblicità.
Anche Dio crede nella pubblicità; infatti ha messo campane in ognuna delle sue chiese.
A forza di chiamare questa cosa la mia vita finirò per crederci. È il principio della pubblicità.
La pubblicità è vecchia come il mondo. Infatti, come tutti sanno, cominciò il serpente a decantare a Eva le virtù della sua frutta.
La pubblicità è la menzogna legalizzata.