La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
Dapprima Dio creò gli idioti. Per fare pratica. Poi creò i comitati scolastici.
La coscienza è quella vocina interiore che ci avverte, quando meno ce lo aspettiamo, che qualcuno ci sta guardando.
In ogni casa dovrebbe esserci una stanza per imprecare. È pericoloso dover reprimere un'emozione del genere.
L'umorismo è una gran cosa, è quello che ci salva. Non appena spunta, tutte le nostre irritazioni, tutti i nostri risentimenti scivolano via, e al posto loro sorge uno spirito solare.
Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare.
Esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.
Si potrà parlare di civiltà solo quando si considererà cannibalismo non solo mangiare i nostri simili, ma carne in generale.
La civiltà è un progresso da una omogeneità indefinita e incoerente verso una eterogeneità definita e coerente.
La civiltà è una malattia che è quasi sempre fatale.
Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
Scopo della civiltà, non è il progresso della scienza e delle macchine, ma dell'uomo.
È un uomo civilizzato colui che dà una risposta seria ad una domanda seria. Di per sé la civiltà non è altro che un sano equilibrio di valori.
La civiltà ci ha sottratti alle spade, per farci meglio sentire la paura dei chirurghi.
Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.