La volgarità di un'idea si misura dal suo bisogno di proselitismo.
La conoscenza è l'artificio che la vita ha inventato per dimenticare ciò che essa è: una vertigine immane.
Se leggiamo ancora le opere della filosofia antica e moderna non è per il contenuto di verità ma per l'emozione estetica che le loro teorie dischiudono ai nostri interrogativi sull'esistenza: tutta la storia filosofica è storia fantastica, tutti i sistemi sono romanzi.
Il cinema è arte metafisica per eccellenza. Esso offre una finzione completa della vita ma, nel contempo, mostra la vita come completa finzione. Proiettato artificialmente su uno schermo, il mondo scopre la sua essenza più vera: un regno di ombre.
Se non proprio col respiro, la vanità nasce con la stazione eretta.
La vanità è essenzialmente spettacolo e teatro, due parole che rimandano all'atto del guardare, osservare, contemplare, ammirare: nessuno sarebbe vanitoso, nessuno anzi avrebbe alcuna ragione di manifestarsi nel minimo gesto, se non potesse vedersi e, soprattutto, essere visto.
La tolleranza delle idee nasce dalla illusione che la verità sia qualcosa di razionale, mentre appena si accetta il principio che qualunque idea si basa su una scelta iniziale, che la volontà è il primo organo della conoscenza, si diventa intransigenti.
Una cattiva idea è sempre meglio che nessuna idea.
Se uno non corre qualche rischio per un'idea, o non vale niente l'idea o non vale niente lui.
Chi riceve un'idea da me, ricava conoscenza senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio.
Non c'è idea che non porti in sé la sua possibile confutazione.
Le idee si assomigliano in modo incredibile, quando si conoscono.
Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.
L'origine delle idee religiose e morali è nell'uomo, cercarla fuori dell'uomo è un nonsenso.
A volte non sono tanto le idee che mi fanno paura, quanto la faccia di chi le esprime.
L'ordine dell'idee deve procedere secondo l'ordine delle cose.