La superiorità dell'aforisma: uccide la spiegazione.
Ingannatrice beffarda dei suoi idolatri, la storia si rivela solo a chi la avversa, perfetto storico non può essere che l'antistoricista.
Se vuoi rendere inoffensivo il tuo nemico più acre non hai che da lodarlo. È probabile che non solo smetta di nuocerti, ma che si trasformi in un amico.
Non scrivere né per te né per gli altri, né per l'oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto.
Oltre un certo grado la bellezza, come l'eleganza, non è più una semplice sfida all'imperfezione e alla miseria del mondo, ma una provocazione, anzi un oltraggio: ciò spiega l'odio che non poca gente nutre verso di essa.
I grandi pensatori sono tutti contemporanei tra loro e si richiamano, per amicizie o inimicizie ideali, al di là dei secoli e dei millenni.
Neanche la testa più fine è in grado di apprezzare come si deve l'arte di affilare massime, se non vi è stato egli stesso educato e non ha in essa egli stesso gareggiato.
Il maggior pericolo, per chi si dedica agli aforismi, è l'irrompere dei sentimenti nel mondo del pensiero.
Scrivere un aforisma, per chi lo sa scrivere, è spesso difficile. Ben più facile è scrivere un aforisma per chi non lo sa fare.
Ogni aforisma valido dovrebbe possedere la ricchezza concentrata del seme capace di svilupparsi in pianta.
Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole.
L'aforisma è la forma più pudica di scrittura, e se cerca la verità è per nascondersi dietro di lei.
L'aforisma è una sorta di gemma, tanto più preziosa quanto più rara, e godibile solo in dosi minime.
Un segno di vecchiaia è l'inettitudine a creare aforismi. A settanta e oltre la natura ti ha già dato per morto, ti dà alle pale e agli angeli della reincarnazione. L'aforisma è un'illuminazione spermatica metafisica, tra i quaranta e i cinquanta è la sua età ideale.
A nessuno dovrebbe essere consentito di scrivere più di un aforisma: non c'è anima così grande che non si possa esprimere con poche e precise parole.