Nel reale si rischia di soffocare, nell'irreale di perdersi.— Mario Andrea Rigoni
Nel reale si rischia di soffocare, nell'irreale di perdersi.
Cristo in vicinanza della morte trema, piange, si abbandona alla disperazione. Socrate conversa serenamente con i suoi discepoli sull'immortalità.
La conoscenza è l'artificio che la vita ha inventato per dimenticare ciò che essa è: una vertigine immane.
Nel nostro tempo il posto della metafisica è stato preso dalla fantascienza: sostituzione forse non casuale, della quale non c'è comunque da rammaricarsi, visto che questa non è meno legittima né meno emozionante di quella.
Un gigantesco equivoco al quale soltanto gli gnostici sono sfuggiti: che il peccato originale sia opera dell'uomo, anziché di Dio stesso!
La nostra nullità dovrebbe moderare la nostra ambizione; d'altronde questa nasce proprio da quella.
Preferiamo un inferno reale che un paradiso immaginario.
Il reale è sempre al suo posto.
Pare un assurdo, eppure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni.
Tra il reale e l'irreale c'è una porta: quella porta siamo noi.
Ignoro dove finisca l'artificiale e inizi il reale.
Bene è ribadire l'oggettività del reale, in un secolo di pirandellismi, altrimenti si finisce male... Gli oggetti sono, grazie a Dio.