Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Non vi sono che due classi di esseri: i magnanimi e gli altri.
Alla fine non c'è che il sadismo a dare un fondamento nella vita all'estetica del melodramma.
Quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia.
Ma un fascino non si travasa.
La sofferenza è forse l'unico mezzo valido per rompere il sonno dello spirito.
Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
L'uomo soffre forse di più o, se vogliamo, ha minore resistenza, mentre invece la donna soffre sempre senza colpa.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
L'uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro; nessuno si conosce finché non ha sofferto.
L'uomo è l'unico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come tale.
Ci sono sofferenze che scavano nella persona come i buchi di un flauto, e la voce dello spirito ne esce melodiosa.
La nascita è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza; tristezza, lamenti, dolore fisico e mentale, angoscia, sono sofferenza; la separazione da ciò che piace è sofferenza, non poter avere ciò che si desidera è sofferenza.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo che l'inquieta, di rendere la sensibilità adeguata a questo stato.