Non vi sono che due classi di esseri: i magnanimi e gli altri.
A forza di credersi malato, lo si diventa.
Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue.
Quel quid divino che Ruskin sentiva in fondo al sentimento ispiratogli dalle opere d'arte era precisamente quel che tale sentimento aveva di profondo, di originale e che si imponeva al suo gusto senza essere suscettibile di modificazione.
Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
I dati della vita non contano per l'artista, non sono per lui che un'occasione di mettere a nudo il suo genio.
Il magnanimo, infatti, non va confuso con il generoso: è colui che punta a cose grandi e impegnandosi per questo produce cose buone e, se forte abbastanza, una sovrabbondanza di bene che ridonda a vantaggio di tutti.
Acquisisci un metodo di indagine per esaminare come tutte le cose si trasformino vicendevolmente, presta attenzione di continuo all'indagine ed esercitati in questa materia, perché niente è altrettanto fattore di magnanimità.
Il magnanimo non guarda gli altri non perché li sottovaluta, ma perché trova nel compito che si è prefisso la propria misura.
Non giudicare poi magnanimo chi si spinge ad imprese oltre il possibile, ma chi si limita alle mediocri e le compie.