La felicità è un prolungamento, una moltiplicazione di noi stessi.
Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra di loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi.
Lasciamo le belle donne agli uomini senza immaginazione.
In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.
Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico, le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispiriamo lo restringono e l'abitudine lo colma.
La felicità è il profumo dell'anima.
Il massimo non esiste, esiste l'essenza di massimo cioè la felicità.
Ricorda questo, serve molto poco per rendere una vita felice.
La felicità più che altro è un desiderio, è un'utopia.
Certo, l'ultima causa dell'essere non è la felicità, perocchè niuna cosa è felice.
La felicità consiste nell'ignoranza del vero.
La felicità sociale sta nell'impiego pacifico e nell'armonia dei godimenti dei singoli.
La felicità non è cosa facile: è molto difficile trovarla in noi stessi e impossibile trovarla altrove.
La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore.
La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa.