La politica è la tutela dei minorati.
La modestia è la vile riuscita di chi si annulla ma solo un pochino e proprio così si mette in risalto.
Il pessimismo è la 'migliore' filosofia per coloro che abitano il 'peggiore' dei mondi.
Che non ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare.
Se Karl Kraus avesse scritto Il capitale lo avrebbe fatto in tre righe.
C'è l'infelice che possiamo definire astratto. Egli è infelice e basta. C'è il più infelice che odia se stesso. Infine c'è l'infelice assoluto che odia immediatamente se stesso e mediatamente l'altro. Costui è il misantropo.
Solo i politici da tavolino sono immuni dal commettere sbagli. Gli errori sono insiti nell'azione politica.
La prima regola in politica è di non credere mai ad una notizia prima che non sia stata ufficialmente smentita.
Sottomettersi o dimettersi.
Il radicale è un liberale che oltrepassa il limite di velocità.
Essere 'politically correct' vuol dire dover chiedere sempre scusa.
Il rispetto della persona, e dei valori che l'accompagnano, rischia di scomparire quando ogni momento della sua vita viene implacabilmente scrutato e registrato. Di fronte a questa nuova realtà l'attenzione della politica deve essere massima.
L'economia di mercato non rispetta le frontiere politiche. Il suo campo d'azione è il mondo intero.
La vocazione politica degli intellettuali risiede nello smascheramento delle bugie che sostengono il potere irresponsabile.
La politica italiana si genuflette la domenica davanti alle icone della cultura, ma si guarda bene dall'impegnare se stessa e le risorse per qualcosa che, ai suoi occhi, elettoralmente non significa granché perché non influenza i grandi numeri come facevano il sindacato e i partiti organizzati.
Io continuo a professarmi uomo di destra: ma la mia destra non ha niente a che fare con quella 'patacca' di destra che ci governa.