Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.
Che triste parte quella degli incompresi nella commedia della vita! Amarezze, per cibo quotidiano: e per compenso il ridicolo.
È naturale che illusioni e disinganni, dolori e gioie, speranze e desideri ci appaiano vani e transitori, di fronte al sentimento che spira dalle cose che restano e sopravanzano ad essi, impassibili.
Fa più o meno male della nicotina, la donna?
Nel calore della passione ogni cosa par che si sollevi con chi la porta in sé. Illusioni: bolle di sapone, che possono a un tratto diventar palle di piombo.
La filosofia è come la religione: conforta sempre anche quando è disperata, perché nasce dal bisogno di superare un tormento, e anche quando non lo superi, il porselo davanti, questo tormento, è già un sollievo per il fatto che, almeno per un poco, non ce lo sentiamo più dentro.
La civiltà ci ha sottratti alle spade, per farci meglio sentire la paura dei chirurghi.
La civiltà è una malattia che è quasi sempre fatale.
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
Scopo della civiltà, non è il progresso della scienza e delle macchine, ma dell'uomo.
La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
La civiltà è una terribile pianta che non vegeta e non fiorisce se non è innaffiata di lacrime e di sangue.
La civiltà di una nazione dovrebbe essere misurata in base alla deferenza verso il sesso debole.
Per prima cosa fu necessario civilizzare l'uomo in rapporto all'uomo. Ora è necessario civilizzare l'uomo in rapporto alla natura e agli animali.
Se la civiltà non è nel cuore dell'uomo, ebbene, essa non è da nessuna parte.
La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.