L'umorismo non è una disposizione dell'animo, ma una visione del mondo.
Di ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere.
Dopo aver guardato un temporale, alla domanda: "Quante gocce di pioggia hai visto?" la risposta più adatta è "molte": non che il numero preciso non esista, ma non lo si può conoscere.
Come si può per tutta una vita viaggiare nello stesso piccolo paese e credere non vi sia nulla fuori di esso!
Il bere, in un certo tempo simbolico, è in un altro tempo vizio.
L'umorismo ride di. Bisogna ridere contro. L'umorismo è il modo di ridere della borghesia e con la borghesia morirà.
Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita.
Non c'è niente di più esilarante che l'esser preso di mira senza successo.
Chi ha il senso dell'humour ha diritto al trenta per cento di sconto sull'età.
Mentre il comico è la percezione dell'opposto, l'umorismo ne è il sentimento.
Solo l'umorismo stupenda invenzione di chi si vede troncata la vocazione alle cose più grandi, l'invenzione dei tipi quasi tragici, degli infelici dotati di massima intelligenza, soltanto l'umorismo compie l'impossibile, illumina e unisce tutte le zone della natura umana.
I grandi umoristi e i grandi comici, da Cervantes a Sterne o a Buster Keaton, fanno ridere della miseria umana perché la scorgono in primo luogo in se stessi, e questo riso implacabile implica un'intelligenza amorosa del comune destino.
L'umorismo, che splendido modo per neutralizzare la realtà quando essa ci cade addosso.
Ogni cosa a questo mondo, disse mio padre, è pregna di umorismo,---e ha in sé spirito, e qualche insegnamento del pari,---se soltanto riusciamo a scoprirli.
L'umorista è un uomo di buon cattivo umore.